Nè di Venere nè di Marte,  Spiritualità

L’Amore è una danza

di Valentina Azzini

Tutto nell’Universo è parte di una continuità. Esperienze di ampliamento della coscienza da ogni angolo della Terra a ogni epoca conosciuta parlano della sensazione consapevole e totalmente lontana dalla logica della mente, di unità con il Tutto.

Valentina Azzini, L’Amore è una danza
2012, tecnica mista, 100×100 cm

Nonostante l’apparente separatezza delle cose tutto è un’estensione indivisa di ogni altra cosa.
La mia mano, la luce della lampada accanto a me, mio figlio che dorme a pochi metri dal tavolo su cui poggio per scrivere, e lo stesso tavolo, non sono semplicemente cose fatte della medesima sostanza. Sono proprio la stessa cosa. Un’unica cosa, un’enorme qualcosa che ha esteso le sue appendici in tutti gli oggetti visibili ed invisibili, dagli atomi agli oceani alle stelle che brillano nel cosmo.
Il che non significa che l’Universo sia una massa indistinta di cose, ma che queste cose possono possedere, nonostante l’appartenenza, le loro qualità individuali necessarie alla manifestazione sul piano specifico di esistenza in cui operano.

La nostra tendenza a frammentare il mondo e ignorare l’interconnessione dinamica di ogni cosa è responsabile di molti problemi, non solo a livello della vita personale ma anche della società.

Crediamo di poter estrarre parti preziose della Terra senza intaccare l’intero. Pensiamo che sia possibile trattare separatamente le parti del nostro corpo senza considerare la totalità. Riteniamo di poter risolvere il crimine senza rivolgerci a essi come insieme, come se fossero semplicemente parti marce che non riguardano chi invece conduce una vita onesta.

Valentina Azzini, Yoga
2017, tecnica mista su tela, 100×100 cm

È necessario avvicinare la massa critica a questi nuovi paradigmi, e in fretta. Se per molti è necessario che lo dica la scienza, siamo sulla strada giusta. Per coloro che sono abituati a lavorare con le energie sottili, non c’è bisogno di prove a supporto di tutte queste ipotesi.

Nell’unicità dell’Universo, materia animata e inanimata subiscono l’influsso dello stesso ordine che chiameremo Amore, in quanto forza coesiva che spinge all’unità al di là della dualità tra bene e male. Amore, badate bene, non quello comunemente inteso. Non quello tra due giovani amanti capaci di abbandonare l’ordine familiare in nome di un sentimento incontenibile, ma quell’Amore che fa si che la pianta attaccata dagli afidi si lasci morire, abbandonandosi e chinando il capo a quella forza che le ordina questa danza in virtù di un programma di cui può solo che accettare di fare una piccolissima ma fondamentale parte.

L’Amore è una danza. Un incessante movimento armonico tra celarsi e disvelarsi di sé stesso. Proprio come la vibrazione, fatta di susseguirsi perpetuo tra vuoto e pieno.

E se è questa forza, questo ordine implicito a muovere ogni cosa, come possiamo noi pensare che la sofferenza non faccia parte di un piano di cui vediamo solo un piccolissimo frammento? Ammetto di essere sempre stata una da bicchiere mezzo pieno oltre che un’inguaribile romantica, ma questa visione della vita mi ha salvato nei momenti più cupi, e ce ne sono stati parecchi. Se mai avrò il coraggio di pubblicare la mia autobiografia, terminata nel maggio del 2020, di certo converrete con me su questo punto…

Così, alla sofferenza, a ciò che ci sembra inaccettabile e ingiusto secondo un metro di giudizio tutto umano, non possiamo che chinare il capo. Accettando, come si fa con un dono, con gratitudine, ciò che la Vita attraverso l’Amore ci sta facendo vedere di noi stessi.

Difficile, non impossibile.

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