Nè di Venere nè di Marte,  Spiritualità

Respirazione Olotropica

di Valentina Azzini

Oggi ho sperimentato per la prima volta la Respirazione Olotropica, quella pratica terapeutica che attraverso il respiro consente l’accesso a stati alterati di coscienza, simili a quelli raggiungibili mediante le esperienze estatiche e le pratiche ascetiche meditative. Simili anche a quegli stati indotti da sostanze psicotrope come ecstasy o allucinogeni, ma senza gli scomodi effetti collaterali.

Grof, medico, psichiatra e ricercatore degli stati di coscienza non ordinari, scrive nel suo libro (Stanislav Grof e Christina Grof – RESPIRAZIONE OLOTROPICA TEORIA E PRATICA – Feltrinelli Editore) sulla Respirazione Olotropica: «La respirazione olotropica fornisce un accesso ai territori biografico, perinatale e transpersonale dell’inconscio, quindi alle profonde radici psico-spirituali del disagio emotivo e psicosomatico. Rende inoltre disponibili i potenti meccanismi di guarigione e di trasformazione della personalità che operano a questi livelli della psiche.»

Alla ricerca di Grof ci sono arrivata attraverso il percorso di studi di counselig che sto affrontando in questi anni, divagando leggermente sul tema a favore di pratiche più adatte alla mia tendenza arrogante nell’affrontare il mio inconscio. Pratico e insegno la meditazione da qualche anno e nonostante mi abbia insegnato come stravolgere la mia vita trasformando l’ombra in luce, mi accorgo di avere ancora sete di un’immersione senza sfumature nelle pieghe della coscienza.

Così, colloquiando con un’amica scopro che, nella periferia udinese, esiste una terapeuta per il Rebirthing, un altro nome dato alla stessa tecnica basata sul respiro accelerato, ma denominata secondo il suo inventore che solamente per dettagli di stile (a mio modestissimo parere) differiva da Grof.

Valentina Azzini – Io… Universo – 2019 – tecnica mista su tela – 60×60 cm

La terapia si svolge in un setting tranquillo, spesso in gruppo, nel mio caso singolarmente. Ci si stende su di un materassino, accanto al facilitatore seduto che inizia a respirare in maniera accelerata e circolare, senza pausa tra inspirazione ed espirazione, con un accompagnamento musicale ritmico ed evocativo ad alto volume.

La seduta può durare delle ore e non può essere interrotta, si rischierebbe un risveglio traumatico a causa di un’esperienza  non ancora conclusa.

Nonostante i miei studi e le conoscenze in materia di spiritualità, che insegnano al praticante di non avere aspettative, arrivai in studio con una carrellata infinita di possibili prospettive immaginarie riguardo a come sarebbe potuta andare, ripetendomi come un mantra non avere aspettative.

Il risultato è stato che tra tutti gli scenari immaginati nessuno è andato nemmeno vicino a ciò che è accaduto in realtà.

Ho iniziato a respirare secondo il ritmo scandito da P. graditissima ed esperta facilitatrice. Mi piace il termine facilitatrice, nell’era dei guru e dei tuttologi, a cui ci si rivolge per avere la chiave di volta di tutte le nostre sofferenze, un facilitatore è colui che, attraverso la condivisione di una conoscenza acquisita, porta il respirante (paziente-cliente-amico) a fidarsi del potenziale di auto guarigione della psiche. Nella respirazione olotropica il principio guida è l’intelligenza terapeutica del respirante e non la saggezza o il potere illuminato di qualcuno o qualcosa diverso dal Sé.

Un facilitatore è colui che, attraverso la condivisione di una conoscenza acquisita, porta il respirante (paziente-cliente-amico) a fidarsi del potenziale di auto guarigione della psiche.

A ritmo serrato l’aria che entrava e usciva rapidamente dalla mia bocca, ha prodotto in tempi brevissimi dei leggeri spasmi muscolari che scorrevano dalle gambe alle braccia accompagnati dalla scontata accelerazione del ritmo cardiaco. Dietro gli occhi chiusi, stesa sul materasso, le immagini che mi aspettavo di vedere non apparivano, lasciando spazio a una sequenza di impulsi elettrici che scuotevano il mio corpo e cominciavano a serrare le mie mani in una posizione di innaturale rigidezza. Si chiama tetania, ed è uno dei primi effetti di questo tipo di respirazione.

Continuando a respirare improvvisamente la mia attenzione è scivolata a un livello di coscienza che definirei sempre focalizzato sulle sensazioni del corpo ma, se prima percepivo gli spasmi delle singole parti, ora la sensazione si era fatta globale, unitaria e indefinita. Non sapevo più quale fosse la mia mano destra e quella sinistra, sebbene pochi istanti prima avevo notato una tendenza alla rigidità maggiore sul lato sinistro del corpo tale da avermi portato a meravigliarmi per via della mia convinzione che il lato destro (in cui sono situati i miei punti di sofferenza) fosse il più debole e rigido.

Ora che tutto il mio corpo galleggiava in un limbo vibrante di energia a cadenza musicale, iniziai a sentirne un’onda molto più accentuata e intensa scaturire dal centro delle scapole, il punto sulla mia schiena in cui si concentrano tutte le mie tensioni emotive. Altro punto che prima di questa esperienza vedevo come sede del nemico .

Valentina Azzini – Tutto è rivelato – elaborazione digitale

Improvvisamente l’estasi. La luce ha avvolto la mia mente e le lacrime sono scorse sulle mie guance, come un fiume spinto da una forza incontenibile che solo attraverso  termini riduttivi posso chiamare Gioia e Gratitudine. Non so quando le mie lacrime si trasformavano in risate o viceversa, ma so che anche P. ha riso con me e sono certa, anche se non me lo ha rivelato, che anche lei fosse testimone di quell’ondata di beatitudine.

L’insight avuto attraverso le sensazioni del mio corpo mi porta ad avere un ulteriore conferma della visione che sta ampliando la mia coscienza e riguarda ciò che noi comunemente definiamo sofferenza.

Tutto ciò che soffre, nella nostra mente e nel corpo, non è affatto il nemico. Il nemico proprio non esiste. Ciò che cerchiamo costantemente di eliminare e contro cui lottiamo è il più prezioso degli alleati poiché è proprio quella la sede di una forza che apparentemente percepiamo come oppositiva ma che abbiamo la possibilità di trasformare come punto di forza. Se proprio non possiamo combatterlo, proviamo ad amarlo, a bene-dirlo, a ringraziarlo, perché per un millesimo di secondo mi è stato possibile vedere come tutto si incastra esattamente alla perfezione, ma ahimè non saprei come raccontarvelo se non così. Il mio invito è quello di avvicinarvi alla sperimentazione.

Il nemico proprio non esiste. Ciò che cerchiamo costantemente di eliminare e contro cui lottiamo è il più prezioso degli alleati.

Questa è l’esperienza che è stata regalata a me dal mio respiro oggi, il principio di una strada che percorrerò altre volte, perché semplicemente attraverso l’atto più spontaneo che abbiamo a disposizione in quanto esseri umani, il Respiro, è possibile avere delle piccole immagini di Casa, della Via, dello Spirito. Dell’unica realtà che esiste sotto al velo di Maya, la nostra origine divina.

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